giovedì 22 novembre 2018

omaggio a Stephen Hawking


Stephen Hawking apprezzato astrofisico e cosmologo è stato anche uno straordinario divulgatore scientifico. Le sue opere divulgative hanno dato – a milioni di lettori in tutto il mondo – la possibilità e la gioia di apprezzare le conquiste e le scoperte della scienza fisica e di tuffarsi nei segreti più profondi dell’universo.

Hawking ha dedicato tutta la sua sorprendente vita alle questioni che da secoli dibattono filosofi, scienziati e teologici: l’origine e lo sviluppo del cosmo e della vita. Quando e come ha avuto inizio l’universo? Perché c’è qualcosa invece del nulla? Perché le leggi di natura sono regolate con tanta precisione da permettere l’esistenza di esseri come noi? Perché siamo qui? E soprattutto “il grande disegno” del nostro universo è opera di un benevole creatore o la scienza può offrire un’altra spiegazione? Questi i grandi interrogativi che ha affrontato in ogni sua opera scientifica o divulgativa.

L’avventura della conoscenza scientifica da Platone ed Aristotele a Newton, Galileo ed Einstein fino alle moderne teorie quantistiche ha proposto una serie di modelli e di teorie, a interpretazione dei fenomeni del mondo, sempre migliori e più complete.

L’obiettivo della scienza è e rimane la scoperta di una teoria  definitiva dell’universo che non possa essere ulteriormente migliorata. Non c’è ancora una risposta risolutiva a questo progetto, ma una possibile soluzione quale teoria ultima del tutto è oggi disponibile nella “teoria M”. “La teoria M – scrive Hawking – è una famiglia di teorie diverse, ciascuna delle quali è una buona descrizione delle osservazioni soltanto entro una certa gamma di situazioni fisiche. Le varie teorie che formano questa famiglia possono sembrare molto diverse, ma possono essere considerate tutte come aspetti della medesima teoria fondamentale. Sono versioni della teoria  applicabili solo in ambiti limitati: per esempio, quando certe grandezze, come l’energia, sono piccole”.

Se confermata sarà la teoria unitaria che lo stesso Einstein ha cercato tutta la vita.

Hawking a conclusione del suo primo e riuscitissimo libro divulgativo Dal big bang ai buchi neri, Breve storia del tempo del 1988, scrive (forse un po’ troppo ottimisticamente):  “Se riuscissimo a scoprire una teoria completa, essa dovrebbe essere con il tempo comprensibile a tutti nei suoi principi generali, e non solo a pochi scienziati. Tutti noi – filosofi, scienziati e gente comune – saremmo allora in grado di partecipare alla discussione del perché noi e l’universo esistiamo. E, se trovassimo la risposta a questa domanda, decreteremmo il trionfo definitivo  della ragione umana arrivando a conoscere il pensiero stesso di Dio”.

Stephen Hawking in tutte le occasioni si interroga non solo su come funziona l’universo, il mondo inanimato e la vita, ma anche su altre grandi questioni quali: “Esiste un Dio che ha creato l’Universo, le stelle, i pianeti e ogni singolo essere umano? La vita ha un senso? C’è un motivo se noi esistiamo qui nel nostro piccolo e prezioso pianeta?”. Domande di apparente ed “esclusiva” pertinenza della filosofia o della teologia, ma Hawking, con il coraggio e l’ardire del grande scienziato e del libero pensatore, è sicuro che anche su questi affascinanti interrogativi la scienza e la fisica in particolare sarà in grado, nel prossimo futuro, di darne la spiegazione ultima.

 


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