martedì 19 aprile 2011

Sulla mia torpedo blu


“L'acqua non ha gradini e il vento è uguale per tutti; importante allora è arrivare all'acqua e avere il vento in poppa e lo stesso dovrebbe equivalere per l'auto. Avuta la macchina e i comandi adeguati tutto deve poi dipendere dal proprio desiderio e volontà alla guida, ma oggi non è così: la normativa inadatta ed obsoleta, la motorizzazione civile impreparata e una cultura dell'handicap ancora preconcetta sono altrettanti ostacoli, gradini a un obiettivo di mobilità, di autonomia e di autosufficienza delle persone disabili”.

E' Andrea Tonucci che parla, 27 anni, laureando in economia e commercio all'università di Terni. Dopo l'incidente automobilistico, avvenuto nell'agosto del 1986, è iniziata la sua ricerca di una reale autonomia ed indipendenza di movimenti, e l'ostacolo più grande è stato la patente.
“Sono tetraplegico, ho una invalidità ai quattro arti. In Italia era impossibile avere la patente: il sistema di adattamento dell'autovettura idoneo al mio handicap non era omologabile, la legislazione non lo prevedeva, era altresì impensabile superare l'esame medico della commissione provinciale”.
Così Andrea decide, dopo qualche inutile tentativo in Italia, di rivolgersi al Centro "Zatwasky", presso la clinica ortopedica di Heidelberg in Germania.
“Dopo appena un anno dall'incidente - racconta - anche se non avevo avuto un pieno recupero fisico, sono salito di nuovo, per la prima volta, su una autovettura adeguatamente adattata alle mie esigenze. Sono seguite dieci guide, quindi - a Francoforte - l'esame e finalmente la patente, valida per un anno”. In Italia Andrea guida da due anni una auto tedesca, adatta per tetraplegici.
Il percorso di conversione della patente, dopo la legge 111 del 1988, con la quale si regolamentava in Italia l'acquisizione della patente comunitaria, non è meno lungo e tortuoso. “Inaspettatamente e senza ragione alcuna - continua Andrea - ho avuto un boicottaggio sistematico da parte della motorizzazione civile di Terni. E' paradossale, ma ho dovuto aspettare che andasse in pensione il vecchio direttore, convinto che non sapessi e potessi guidare”. Nel 1989, cambiato il direttore, tutto è andato più veloce, sono stati omologati gli adattamenti e riconosciuta la patente.
Andrea non ha dubbi: in Italia manca sensibilità ed esperienza culturale e una adeguata preparazione tecnica ad affrontare e valutare casi particolari. “Spesso - spiega - le istituzioni e le autorità giudicanti non conoscono le strumentazioni, gli adattamenti sul mercato e allora sono irragionevolmente restrittivi. Ho potuto constatare personalmente che in Germania e in altri paesi europei ci sono disabili che guidano, in modo attento, preparato e sicuro in casi molti particolari, questo non è nemmeno minimamente pensabile in Italia. Se uno ha le potenzialità e gli ausili adatti, poi tutto deve dipendere unicamente dalla propria volontà”.
Ora Andrea è protagonista del progetto "Piediluco per tutti", un complesso di attività nautiche aperte a tutti, e creatore del corso di vela su barca monoposto. “La nostra monoposto possono guidarla tutti, è molto semplice, non si rovescia, anche piena d'acqua non affonda. Quest'anno, a Ravenna, una gara riconosciuta dalla Federazione Italiana Vela, è stata vinta da un tetraplegico”. Il nostro motto, dice Andrea è: “L'acqua non ha gradini e il vento è uguale per tutti, importante è arrivare all'acqua e avere il vento in poppa e questo ripeto dovrebbe equivalere anche per l'autovettura”.

Una realtà parallela quella di Francesco Miotto, affetto da distrofia muscolare; simile il tentativo di acquisire la patente ed aver omologati gli adattamenti idonei al suo handicap. “Ho battuto tutte le strade in Italia - dice - ma la cosa è risultata impossibile”.
Nell'89 Francesco ha avuto i primi contatti con alcuni centri in Germania dove ha potuto provare un impianto a cloche. “Ho fatto delle prove e con grande sorpresa ho potuto constatare che guidare con questo ausilio per me era molto facile, avevo un controllo sicuro e totale dell'autovettura”. Ma le prime speranze si sono arenate contro il muro dei costi: il preventivo per gli adattamenti personalizzati, le guide e il necessario acquisto dell'auto risultavano inaccessibili. Poi ha fatto seguito la scoperta  che l'impianto provato in Germania veniva importato dalla Gran Bretagna, dove, inoltre, esistono molti centri privati e volontari che garantiscono la più totale assistenza: per i test di verifica delle potenzialità alla guida, per le prove e per la guida su autovetture adattate alle esigenze personali. A quel punto ottenere tutta la necessaria assistenza e la conversione inglese della sua patente italiana non è stato difficile né dispendioso.
“Ora guido regolarmente - spiega Francesco Miotto - senza alcuna difficoltà. Ho la residenza in Italia e il domicilio a Londra, e questo perché in caso di infrazioni le autorità inglesi possano rintracciarmi”. “La mia esperienza personale - precisa Miotto - è diventata in qualche modo simbolo e testimonianza dell'arretratezza culturale del nostro paese su tante questioni relative al diritto alla mobilità per noi disabili. La nostra speranza è di far crescere la consapevolezza delle loro potenzialità alla guida, nonostante le restrizioni preconcette della legislazione e di costringere i nostri parlamentari ad emanare una normativa della materia più flessibile e che riconosca e verifichi veramente le potenzialità reali alla guida per i vari tipi di handicap”.
Ecco perché insieme alla Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Vicenza, Francesco ha da poco promosso l'acquisto di un pulmino adattato con cloche e doppi comandi, utilizzabile in particolare da distrofici, paraplegici e tetraplegici. In contatto con associazioni “e gruppi di volontariato di tutta Italia realizzano conferenze dimostrative sulla potenzialità di guida e denunciano l'inadeguatezza della legislazione italiana.




Scegliere l’auto giusta. Si! Ma in Inghilterra.

Un Centro per le patenti speciali conosciuto in tutta Europa è il "Mobility Information service" fondato da David Grifiths a Shrewsbury in Inghilterra. E' una struttura gestita completamente da disabili, capace di offrire tutti i servizi necessari per conseguire la patente speciale.
L'idoneità alla guida, un test di prova delle forze residue e dei riflessi è la prima verifica a cui si è sottoposti. Il supporto di sofisticate strumentazioni elettroniche consente di avere, anticipatamente, suggerimenti sulle modifiche da adottare.
Conclude l'itinerario di assistenza la prova di diverse macchine adattate, messe a disposizione da volontari e più vicine possibile alle proprie esigenze, per evitare l'acquisto, sicuramente dispendioso, di una auto che può risultare inadatta, ma soprattutto non maneggevole.

© AF, gennaio 1994

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