martedì 9 dicembre 2008

Droga: solitudine e abbandono


La tossicodipendenza e le sue mille facce, un universo spesso sfuggente, difficile da capire e a volte sorprendente. Come quando si scopre che "farsi" non significa solo emarginazione e solitudine e che ci sono persone che convivono con la droga per anni.

"Sono riuscito a convivere con l'eroina per quattro anni, tenevo nascosto questo mio segreto  e tutto andava bene: il lavoro, la ragazza, le amicizie. L'ultimo controllo periodico  - una prassi per chi lavora nel pubblico - due anni fa, é stato fatale. In seguito, tutto é precipitato".  E’ Francesco che parla, 35 anni, licenza di scuola media, lavoratore statale. Nell'ultimo anno ho fatto uso di droga meno frequentemente, poche volte al mese" dice.

Da sei mesi Francesco segue un programma di recupero de’ "il Pellicano", un'associazione di volontariato sociale per la prevenzione e il recupero dalle tossicodipendenze. L' associazione opera su  tutto il territorio nazionale e prevalentemente in Emilia Romagna. Qui a Bologna la sede é di fortuna, sui colli tra Sabbiuno e Sasso Marconi: una tenda-cucina, due tende letto che a volte ospitano fino a 20 persone, per la toilette si fa riferimento ai locali pubblici dei paesini vicini.
Gli ospiti, coordinati da Massimo, seguono un programma di recupero basato sulla massima responsabilità personale. "Ci teniamo occupati tutto il giorno e si discute cercando di scegliere l'aspetto più  positivo delle soluzioni proposte" - spiega Francesco - "il mio incontro con la droga é cominciato quasi per gioco, spinto dalla curiosità, poi piano piano se ne sente il bisogno, inizia l'assuefazione. Per quattro anni, tenendo nascosta questa mia condizione, sono riuscito a conservare un equilibrio e a trasmettere una buona immagine di me".
Due anni fa il verdetto della sfortuna. "Condizioni fisiche non idonee, c'é qualcosa che non va" mi é stato detto". Spedito a casa come un pacco postale, senza ulteriori dichiarazioni, senza nessuna precisazione. Gli altri tre controlli a cadenza semestrale sono risultati positivi. Diventa scuro in volto, rimane per qualche istante immobile senza respirare, riprende fiato: "Rimanendo a casa sono incominciate giornate interminabili, i primi litigi, le prime rotture con la mia ragazza, poi con i genitori ed infine con alcuni cari amici. E poi la solitudine. La mia quotidianità deformata. La solitudine é stata letale, rimanere completamente solo, abbandonato da tutti mi ha portato verso il precipizio. É crollato tutto. Si perde ogni capacità di autocontrollo e in fretta si raggiunge il fondo. Ne sei cosciente, ma é inevitabile".
Francesco scandisce ogni frase con lentezza e precisione. "Sono stato abbandonato a me stesso, senza consiglio alcuno, senza un aiuto o un indirizzo utile."
Azzarda una spiegazione: "Spesso le istituzioni ti abbandonano, sei un numero per loro. Nella società in cui viviamo non c'é umanità. Le persone che ti vogliono bene, che ti possono aiutare, non sanno come fare. In più il "tossico" fa paura, non si sa trattare quando va in crisi o da in escandescenza ed allora l'atteggiamento consolidato é di starsene alla larga. É facile allora che si crei questa situazione di passaggio verso una condizione di totale squilibrio".
Come dopo un sussulto, un pericolo scampato, cambia tono di voce: "Forse tutto poteva assumere un'altra direzione. Molto dipende dall'ambiente in cui vivi, dalle persone che hai intorno. Quando conoscono questo tuo aspetto, se ti accettano, se ti accolgono per quello che sei, forse tutto é possibile, forse é possibile mantenere un equilibrio, un'armonia di condizioni generali a lungo e poi ricominciare un percorso altro".

© AF, giugno 1993

1 commento:

  1. Già....proprio così.
    Non c'è più umanità...forse non è mai nemmeno esistita.
    Nel mio caso la solitudine è stata la causa, non l'effetto.
    Si è riavvolta e riavvolta come una doppia elica intorno a me sino a soffocare anche il più piccolo anelito di speranza.
    Intorno, il vuoto....l'abbandono ed intendo abbandono di TUTTI...

    anonimo

    16:15, 14 giugno, 2010

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