lunedì 25 agosto 2008

Nomadelfia, la scuola


La scuola è un altro dei piatti offerti ai Nomadelfi, giovani ed adulti, dal quale cibarsi per soddisfare i propri bisogni umani, culturali e spirituali e per poter crescere nello spirito di fraternità.
La metafora, dal forte sapore evangelico, mi è offerta da Carlo, la mia guida per due giorni a Nomadelfia.
Trenta anni trascorsi nella realtà voluta da Don Zeno, curioso, appassionato, dialogante, permeato nel profondo dallo spirito del Fondatore, sempre in ricerca e in cammino verso la realizzazione degli ideali del Nomadelfo, consapevole anche delle difficoltà che questa scelta di vita ti pone.
Anche la scuola è il tentativo di realizzare pienamente l'essere umano e cristiano ed ampliare l'idea di paternità e maternità.
A Nomadelfia si va a scuola fino a diciotto anni: elementari, medie e superiori. E' pensata come una "scuola di popolo", perché tutto il popolo è responsabile dell'educazione e dell'istruzione dei giovani. Infatti sono le famiglie, ufficialmente già dal 1968, che hanno la responsabilità di educare i propri figli, con l'obbligo di presentarli come privatisti agli esami di fine ciclo.

La scuola, nello spirito del Fondatore, mira a offrire un'educazione completa e integrale, accogliendo ciò che incide maggiormente sullo sviluppo del ragazzo. E' pensata come "scuola vivente", valorizzando in tal senso ogni momento della vita. L'ambiente familiare, sociale, e comunitario al quale i ragazzi partecipano attivamente, hanno pieno valore educativo e non sono separati dai momenti in aula.
Ecco allora che a Nomadelfia la scuola non consiste tanto in metodi e tecniche speciali, ma piuttosto in un diverso rapporto tra le persone, specchio di una società diversa. E, anche in questo luogo, protagonista è la famiglia.
"Alcuni padri e madri coordinano le attività dei vari cicli - spiega Maria Giovanna, responsabile della scuola, 43 anni di vita a Nomadelfia. Il coordinatore è padre o madre e non maestro, stimola ognuno a realizzare i propri talenti, senza premiare il più bravo o umiliare chi è meno dotato, non esistono voti né giudizi e non ci sono promozioni o bocciature. Accanto ai coordinatori, ci sono alcuni insegnanti esterni che collaborano nell'insegnamento di alcune materie specifiche, soprattutto nelle superiori".

Numerose sono le visite a città e paesi, per conoscere e studiare le civiltà dei vari popoli e farsi conoscere e per diffondere il messaggio di fraternità. Gli scritti e i disegni, che nascono dalle riflessioni e dalle osservazioni sulle diverse esperienze di vita dei ragazzi, vengono raccolti in libri, i quali  diventano testo di studio e materiale che viene presentato all'esame di Stato.
Ampio spazio è dedicato alle varie espressioni artistiche: danza, canto, musica, ginnastica, disegno, pittura, grafica, modellazione della creta.
Gli incontri con persone italiane o di altri paesi che visitano Nomadelfia, i viaggi alla scoperta di nuove città, le serate estive di danza proposte all'interno di rassegne di musica e danze popolari in Italia ed Europa, il lavoro dei genitori nei campi, al frantoio, nelle officine e nei diversi laboratori, ogni momento diventa scuola e stimolo per percorsi di educazione e di istruzione.
"I bambini, e  i giovani devono studiare non per farsi una posizione di privilegio - secondo gli insegnamenti pedagogici di Don Zeno - ma per poter essere utile ai fratelli": è con questo spirito che vengo affrontati tutti gli impegni scolastici.


© AF, marzo 2007

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