lunedì 28 luglio 2008

Una cristiana inquieta


Una buona educazione cristiana, un discreto cammino di fede e, d’improvviso, una presa di distanza dalle forme tradizionali, il senso di solitudine interiore, l’esigenza di una spiritualità più personale e profonda.

"So di non possedere la Verità. So che forse non riuscirò mai a possedere o ad intuire la Vera Verità. Forse avrò nel tempo della mia breve vita solo la "mia" parziale e circoscritta Verità".
Ma che cos'è la Verità? E' forse l'intuizione di un Principio unico che ci raccoglie tutti e tutto in Se o è il Principio stesso?
"Mi sento piccola, piccola. Ho timore a provare ad interrogarmi, a rispondere, a scegliere davanti ai tanti interrogativi e questioni (Dio, il sacro, la Verità, l'Amore, la salvezza, il peccato, la felicità, l'eternità e posso ancora continuare a lungo) che la vita ci chiede di affrontare e che hanno impegnato l'intelligenza ed il cuore di tante menti, in una ricerca umana ed intellettuale che ancora oggi è aperta".

Lucia giovane studentessa di teologia, è da poco arrivata nella sua piccola camera nello studentato in un vecchio palazzo a due passi da piazza Navona a Roma. Distesa sul letto viene travolta ancora una volta da mille quesiti sulla vita e sul suo modo di vivere la spiritualità e la religione. Giovane cristiana inquieta, in una Italia sempre più secolarizzata, ove, ancora, solo l'autorità e il carisma di un  Papa Wojtyla; che le appare sempre più incarnazione di un Dio che soffre per le tante povertà dell'uomo e i tanti mali ed egoismi del mondo, rallentano l’attrazione che avverte verso l'autonomia e un rapporto diretto con Dio. Lucia si sente sola, come non mai.
Eppure, in questo suo tempo che stila bilanci, ma anche formula domande che si impongono necessarie, non riscontra alcun difetto di educazione religiosa. Lucia ha avuto un discreto e tradizionale cammino di fede. Nata da una famiglia cattolica, cresciuta  in un piccolo paesino di campagna, ove ancora oggi la chiesa, luogo fisico e spirituale, rimane un punto di riferimento importante per tutta la comunità civile e religiosa, ha sempre unito il suo vivere il Vangelo con l'impegno sociale ed umanitario.

La svolta dopo un viaggio, durato mesi, lontano da questo mondo secolarizzato, alla ricerca di sé e della propria identità umana, culturale e religiosa, a contatto con esperienze spirituali alte, là dove si pensa sia nato il primo barlume di umanità.
Dopo di allora, nulla del vecchio mondo occidentale le pareva più uguale. Il bisogno di profondità e di maturità cristiana, in una totale incarnazione di vita e di testimonianza: di misericordia, di amore e dedizione all'altro, ricercata nella sua esperienza di vita e in quella della sua comunità e dei suoi amici, fratelli e adulti di riferimento, diventavano i principi base per la sua conferma di spiritualità  e della ricerca di rapporto con Dio. Questa nuova luce non lasciava e non lascia scampo ai suoi pensieri e alla sua coscienza.
Ecco allora che autorità, dogmi, precetti, diventano luoghi lontani e senza significati, se non confermati nel proprio cuore e riconosciuti vivi nella propria coscienza e nella coerenza della propria vita e di quella della piccola comunità alla quale Lucia appartiene.

Ma quale solitudine interiore, quale povertà e confusione spirituale, quale vuoto portano Lucia, dopo quasi dieci anni, a frequentare con poca assiduità e continuità i luoghi deputati al culto, all'insegnamento e all'incontro con la Parola di Dio? Quali esperienze e quali difficoltà, l'hanno allontanata da quelle comunità e da quelle persone che considerava, fino ad ieri, i propri riferimenti religiosi e ancor più umani e spirituali?
Quale forma di eresia o di comportamento blasfemo, quale idolatria l'ha portata a selezionare, a scegliere; tra le tante indicazioni della religione istituzionale e tradizionale, solo quelle che più rispondono alla sua maturità e al suo sentire, fino a comporre una sorta di mosaico (almeno per ora), il più adatto a rappresentare e a guidare il suo mondo interiore nella sua pur dignitosa, ma personale ricerca di Dio?

Vivere il Vangelo e il comandamento nuovo di Gesù, in ogni luogo e in ogni incontro, in un confronto diretto con Dio e con Gesù, sono diventati i suoi pensieri e i precetti guida dei suoi comportamenti.
Ogni insegnamento, ogni suggerimento, ogni tentativo di autorità e di autorevolezza in materia di giovani, famiglia, lavoro, educazione, sessualità, sono  filtrati dalla continua ricerca di esperienze incarnate di profonda vita cristiana, di amore verso l'altro, verso il più piccolo e "il più povero tra i poveri", unico modo per riconoscere la Voce di Dio. I maestri dell'umanità intera, insieme a Gesù, rimangono i soli capaci di toccare il suo cuore e di essere guida quotidiana  nell'intimo dei suoi pensieri e delle sue azioni.
La sacra Bibbia, ma anche la scienza, l'arte, la danza, la musica e ogni forma di conoscenza e di esperienza culturale umana sono considerati da Lucia strumenti per penetrare e vivere la profondità dell'Assoluto e modi altrettanto legittimi per conoscere il mistero dell'essere umano, la sua vera natura e il suo rapporto con il mondo che lo circonda, la sua missione e senso in questo universo, con tutte le possibili conseguenze etiche, sociali e politiche che questo comporta.
La sua comunità, con la quale si sente in cammino per vincere il male e il peccato e per portare pace e speranza e costruire giustizia, è ora diventata  non quella chiusa nei confini di chi partecipa a certi riti o ad un certo cammino istituzionale, ma quella di ogni volto e di ogni essere umano che incontra e che condivide con lei anche un solo istante o un solo frammento di tempo e di esperienza terrena di dubbio o di fede.

Relativismo, secolarizzazione o cos'altro? Lucia sa che ognuno di noi teologo, filosofo, scienziato o semplice essere umano dotato di elementare capacità di pensare,  può dare la sua spiegazione a questo fenomeno, già da molti definito come una sorta di "religione fai da te".  Le Chiese, se vogliono evitare la babele delle religioni private devono ritrovare la loro capacità di profezia, di spiritualità profonda e di vita vissuta in piena adesione e coerenza con il principio del vero e sincero  amore per l'altro.
Forse è così. Lucia può essere d'accordo, ma è anche sicura che la profondità, il mistero e lo Spirito di Dio è anche nel cuore di ciascuno. Dio, parla e vive in ciascuno. La sua bellezza, la sua grandezza e la sua immensità di amore sono dentro di lei, deve solo cercarlo, riconoscerlo e quindi anche seguirlo con amore, continuando ad interrogarsi, ad avere dubbi e ad amare, in una ricerca continua e forse senza mai fine, per lei e per l'umanità intera.
Lucia prende tutto troppo sul serio, ma è la sua vita, sono le sue speranze, la sua possibilità di credere e di essere felice e la sua possibilità di eternità, ma anche la sua umanità di ragazza che pensa, che soffre, che gioisce davanti alle meraviglie dell'essere umano e del creato.
Si sente piccola e sola: con la consapevolezza di non essere altro che una testimone della vita e della storia interiore di tanti esseri umani; e con l’unica certezza dentro di sé di un Dio che ci ama e che vuole solo la nostra realizzazione e la nostra felicità.

© AF, gennaio-febbraio 2005

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